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lunedì 21 aprile 2008

Il mio nome è Nessuno

Il titolo del post potrebbe far venire in mente il western "Il mio nome è nessuno" di Tonino Valerii, ma la storia che si vuole ricordare proviene da un mondo molto più antico di quello western dove, proprio come nel noto film, essere nessuno a volte era l'unico modo per evitare di avere troppi guai, a meno che uno non se li andasse a cercare...

Troia era stata distrutta dalle armate achee dopo dieci anni di assedio e finalmente tutti gli eroi che capeggiavano i rispettivi eserciti delle varie città che avevano partecipato alla guerra poterono ritornare a casa. Di questi eroi ce ne fu uno che per volere degli dei (si dice che avesse peccato di “iubris”) fu punito vagando per il Mediterraneo e, fatta eccezione per l'isola dei Feaci, tutte le altre isole erano abitate da esseri non comuni.
Una di queste è l'isola dei ciclopi dove Odisseo, alias Ulisse, approdò per fare rifornimento e per raccogliere informazioni. Dopo aver saputo dagli esploratori che non lontano dalla spiaggia vi era un'enorme grotta piena di formaggi, latte e ogni sorta di prelibatezza si apprestò ad andarvi per poter prendere quello che gli serviva barattando il suo vino e se necessario anche una parte del prezioso bottino recuperato dalla vittoria su Troia. L'eroe aspettò nella grotta con i suoi uomini l'arrivo dei pastori, ma rimase sorpreso quando vide che ad ammassare nella grotta tutto quel ben di Dio era stato un solo pastore enorme con un solo occhio in mezzo alla fronte, un ciclope. Il ciclope assolutamente privo di ogni forma di ospitalità (sacra a quel tempo) e di educazione, trovati degli sconosciuti nella grotta, pensò bene di chiuderla con un macigno e di mangiare quei poveracci uno ad uno. Fortunatamente Ulisse, dopo essersi presentato con il nome di Nessuno per non avere problemi dopo la fuga, ebbe l'idea di fare ricorso all'unica cosa che avrebbe potuto salvarlo in quel momento: il vino!
Per uscire dai guai riempì una delle ciotole del ciclope con il suo vino e gliela offrì. Dopo aver bevuto il vino il ciclope si addormentò e Ulisse con i suoi uomini potè accecarlo con un palo ben appuntito. Il ciclope cieco per chiedere aiuto ai suoi fratelli rimosse il macigno che chiudeva il passaggio e così gli Achei poterono scappare legandosi sotto il ventre delle pecore per non farsi riconoscere dalle mani del ciclope che tastavano il dorso. Quando il ciclope Polifemo si accorse che ormai era rimasto solo nella grotta, uscì per chiedere aiuto gridando "Fratelli, Nessuno mi ha accecato!!!"
Riuscite ad immaginare cosa sarebbe successo se Ulisse non avesse avuto con sè il vino?

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