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venerdì 26 settembre 2008

Cola jet!


Quando ho visto questo video non ho potuto fare a meno di scrivere un articolo. Mi sono sentito obbligato a scrivere un articolo.

Si racconta che un giorno Newton nel 1666, l'annus mirabilis, fosse seduto sotto un melo nella sua tenuta a Woolsthorpe quando una mela gli cadde sulla testa. Ciò lo avrebbe fatto pensare alla gravitazione.
Record mondiale di Cola jet
Più di 1500 studenti tentano
di superare il record
mondiale di Cola jet
Allo stesso modo si racconta che a due baldi giovani americani mentre pranzavano in un McDonald's, gli sia caduta una caramella Mentos in un bicchiere di Coca Cola. Questo incidente ha portato alla scoperta del Cola jet!
La scoperta, che fino a qualche anno fa celava anche un alone di mistero dovuto all'incapacità della scienza di riuscire a spiegare il fenomeno, è stata subito accolta come sensazionale da tutto il mondo che nella sorpresa si è unificato come mai nessun condottiero o profeta è stato capace di fare. Ovviamente le migliori menti della scienza hanno da subito cominciato a cercare risposte e un bel giorno Tonya Coffey, fisico presso la Appalachian State University di Boone, nel North Carolina, è riuscita a gettare luce sull'esatta dinamica del fenomeno:

tutto dipende dalla ruvidità della superficie della caramella e dalla velocità con la quale la caramella raggiunge il fondo della bottiglia. Come riferisce ABC News, la Coffey e i suoi studenti hanno provato varie combinazioni di bibita (versione diet, senza caffeina, altre marche di cola, acqua tonica) e di caramelle (Mentos alla frutta e alla menta) e vari altri ingredienti, come altre marche di caramelle alla menta, detersivi per piatti, sale da cucina e sabbia.

Tutti i test sono stati svolti nelle medesime condizioni: bottiglia inclinata a dieci gradi, videoregistrazione della fontana e determinazione della massa complessiva espulsa. Il risultato è che la Coca-Cola diet o senza caffeina, combinata con le Mentos alla frutta o alla menta, produce le fontane più potenti: la distanza massima raggiunta è stata di ben 7 metri.

La spiegazione dell'efficacia di questa particolare combinazione sta nella superficie ruvida delle Mentos, che facilita la formazione di bollicine perché interferisce efficacemente con l'attrazione polare tra le molecole d'acqua. In sostanza, più è ruvida la superficie, più aumenta il rapporto fra superficie e volume e quindi le bollicine hanno più posto per formarsi.

Anche la tensione superficiale ha un ruolo nell'effetto fontana: quella dell'acqua contenente aspartame è più bassa di quella dell'acqua zuccherata, e questo spiega la maggiore efficacia della versione Diet della bibita. Le Mentos, inoltre, hanno fra gli ingredienti del rivestimento la gomma arabica, che è un tensioattivo che riduce ulteriormente la tensione superficiale del liquido. Le caramelle che hanno una superficie ruvida ma non contengono il tensioattivo non producono fontane altrettanto grandiose.

Un altro fattore importante è la densità delle caramelle, che permette loro di affondare rapidamente e generare quindi in pochi istanti molte bolle che scatenano la generazione di ulteriori bolle. Le Mentos tritate affondano lentamente e infatti producono fontane scarsissime.

Il popolo degli ebbri ringrazia di cuore la scienza moderna che ancora una volta ha dimostrato che con l'impegno e la devozione nella propria missione è sempre possibile trovare una risposta razionale ai grandi misteri che ci circondano. Vorrei però anche un'altra risposta: cosa succede se uno ha la brillante idea di scolarsi una bottiglia di Cola e di ingurgitare una Mentos come una pillola?
Mi servono un paio di scienzati per fare da cavia... chi si offre?

martedì 23 settembre 2008

Il miglior vino del 2007

Ho trovato un articolo del corriere della sera che parla del miglior vino esistente al mondo. Si tratta di un vino francese...

Il miglior vino del 2007? È francese
È lo Chateauneuf-du-Pape 2005 prodotto da Clos des Papes. Nella top 10 anche 2 italiani

È francese il miglior vino del mondo: lo Chateauneuf-du-Pape 2005 prodotto da Clos des Papes ha infatti scalato la classifica stilata dalla prestigiosa rivista di settore «Wine Spectator», aggiudicandosi il primo posto nella «Top 100 of 2007». L'annuncio è stato dato online sul sito della rivista. I 100 vini del 2007, provenienti da tredici Paesi, sono stati selezionati fra oltre 15 mila prodotti in tutto il mondo.

L'anno scorso a conquistare la vetta era stato invece un vino italiano, il Brunello di Montalcino Tenuta Nuova 2001, prodotto da Casanova di Neri.

Quest'anno, come nel 2006, sono due gli italiani che si sono piazzati nella top ten (leggi): il Tignanello 2004 di Antinori, al quarto posto, e il Bolgheri Superiore Ornellaia 2004 prodotto dalla Tenuta dell'Ornellaia, al settimo. Due anche i vini australiani e altrettanti i californiani mentre sono complessivamente 4 i vini francesi nei primi dieci.

Il prezzo medio delle migliori bottiglie di quest'anno è di 42 euro, rispetto ai 49 del 2006, a fronte di una qualità invariata rappresentata da un punteggio medio di 93.

Senza dubbio anche l'Italia è un paese strordinarimante vocato alla viticoltura (non dimentichiamo che i Greci la chiamavano Enotria, terra del vino). Purtroppo però questa vocazione del territorio non è stata mai sfruttata appieno. Pesano come un macigno le parole di quel viticoltore francese che negli anni '50 disse al grande Veronelli: "Voi da uve d'oro fate vini d'argento, noi da uve d'argento facciamo vini d'oro". Purtroppo aveva ragione.

domenica 21 settembre 2008

William Shakespeare e Florio Crollalanza

È arrivato il momento di continuare ad arricchire la rubrica (che sta ancora aspettando un nome) dedicata ai misteri. Nel nostro paese ci sono molti dantisti perché Dante è uno dei poeti più amati in Italia. La stessa cosa vale per Shakespeare nel Regno Unito.
Una differenza piuttosto bizzarra fra questi due poeti è che mentre di Dante troviamo interi libri dedicati alla sua biografia che racconta per filo e per segno quasi ogni giorno della sua vita, di Shakespeare non si sa quasi praticamente nulla...
La cosa è molto strana considerando la fama che lo stesso personaggio ha acquisito già quando era in vita e soprattutto considerando la maggiore vicinanza temporale.
Ovviamente sono state fatte delle ricerche che hanno portato ad una prima conclusione alquanto improbabile per motivi abbastanza evidenti: Shakespeare sarebbe il figlio di un guantaio analfabeta e non avrebbe mai visto l'Italia.
Questa favola è andata avanti per un bel pezzo ma gli studiosi moderni non potevano accontentarsi di questa banalità e le ricerche sono continuate facendo dei misteri di Shakespeare una nuova questione omerica dei tempi moderni.
Anche in Italia si è finito col fare delle ricerche su Shakespeare. Questo perché un professore di letteratura italiana, Martino Iuvara di Ustica, facendo delle ricerche su di un tragediografo siciliano minore, Michelangelo Florio Crollalanza contemporaneo di Shakespeare, notò che le sue vicende biografiche sembrano completare e appartenere al celeberrimo drammaturgo inglese.
I primi sospetti sulle possibili origini italiane del poeta ci furono proprio in Italia, nei primi anni '20, quando venne ritrovato un volume di proverbi, "I secondi frutti", scritto nel XVI secolo da Crollalanza. Molti di questi detti erano gli stessi utilizzati da William Shakespeare ne l'Amleto.
Anche alcuni ricercatori inglesi si sono accorti delle coincidenze ed è per questo che in un articolo risalente all'8 Aprile-2000 del The Times, quotidiano londinese, troviamo:
Il mistero di come e perché William Shakespeare sapeva così tanto dell'Italia ed ha messo tanto dell'Italia nelle sue opere "è stato risolto" da un accademico siciliano pensionato: la questione risiede nel fatto che non era affatto inglese, ma italiano. Le biografie del Bardo ammettono che ci sono moltissime lacune nella sua vita, ma attestano che Shakespeare era figlio di John Shakespeare e Mary Arden,che era nato a Stratford-Avon nel mese di aprile 1564, e che sia stato sepolto là nel mese di aprile del 1616. Tuttavia, il professor Martino Iuvara, 71 anni, un insegnante pensionato di letteratura, sostiene che Shakespeare era siciliano, nato a Messina come Michelangelo Florio Crollalanza e che fuggito a Londra a causa della santa inquisizione, perché appartenente al rito Calvinista, cambiò il suo nome nell'equivalente inglese.
Crollalanza o Crollalancia si traduce letteralmente Shakespeare. In un'intervista con il magazine "Oggi" , il professor Iuvara ha detto che la chiave del mistero era il 1564, l'anno in cui John Calvin è morto a Ginevra. Era l'anno in cui Michelangelo è nato a Messina da un medico, Giovanni Florio e una nobildonna chiamata Guglielma Crollalanza, entrambi seguaci di Calvino. L'inquisizione era sulle tracce del Dott. Florio a causa delle sue idee eretiche calviniste, allora la famiglia fuggì a Treviso, vicino Venezia, comprò stranamente casa Otello, proprio come l'Opera, costruita da un mercenario veneziano chiamato Otello che, la leggenda locale diceva, anni prima, avere ucciso, per la sua mal risposta gelosia, la moglie. Michelangelo ha studiato a Venezia, Padova e Mantova ed ha viaggiato in Danimarca, in Grecia, in Spagna ed in Austria. Era diventato amico del filosofo Giordano Bruno, che doveva essere bruciato sul rogo per eresia nel 1600. Bruno, dice lo Iuvara, aveva forti collegamenti con William Herbert, Conte di Pembroke e con il Conte di Southampton. Nel 1588, a 24 anni, Michelangelo si recò in Inghilterra sotto il loro patronato. Sua madre, la Signora Crollalanza, aveva un cugino inglese a Stratford, che prese il ragazzo in casa. Il ramo di Stratford aveva già tradotto il loro cognome come Shakespeare ed aveva avuto un figlio chiamato William, che era morto prematuramente. Michelangelo, dice il professore, ha semplicemente preso questo nome per se stesso, diventando William Shakespeare. 15 delle 37 opere del poeta sono ambientate in Italia.

Effettivamente Crollalanza in inglese si traduce letteralmente Shake= Scrollare e Speare= Lancia quindi Shakespeare, mentre il nome William lo può aver preso, oltre che nel modo spiegato nell'articolo, anche trasformando al maschile il nome della madre Guglielma Crollalanza.
Inoltre Crollalanza, in uno dei suoi viaggi all'estero, pare che si sia innamorato di una ragazza di 16 anni chiamata Giulietta, ma che i membri della famiglia si siano opposti all'unione e Giulietta si sia per questo suicidata...
Si tratta di una contessina di Milano che venne rapita dal governatore spagnolo il quale accusò del sequestro il giovane Crollalanza perché convinto anticalvinista. Dopo il suicidio di Giulietta, Michelangelo fuggì in Inghilterra, assumendo l'identità di un cugino morto prematuramente: il suo nome era William Shakespeare.
D'altronde, anche per i biografi di allora, Shakespeare mostrava di avere un accento decisamente straniero.
Bisogna inoltre prendere in considerazione che fra le opere di Crollalanza ne troviamo una scritta in messinese dal titolo "Troppu trafficu pì nnenti" che potrebbe essere l’originale di "Troppo rumore per nulla" di Shakespeare ambientata a Messina, apparsa 50 anni dopo.
Fuggendo con la famiglia per via delle persecuzioni, si trovò a vivere per un certo periodo a Venezia, ove pare che un suo vicino di casa, moro, uccidesse per gelosia la propria moglie. Su ispirazione di questa storia scrisse una tragedia così come fece Sheakespeare scrivendo l’ "Otello".
Sempre per sfuggire alle persecuzioni cambiò il suo nome e cognome e nasce così William Shakespeare. Probabilmente il suo parente andato in Inghilterra che poi lo accolse era già un "Crollalanza" che aveva tradotto il suo cognome, per cui il compianto figlio, già si era chiamato William Shakespeare. Nelle ricostruzioni biografiche successive il grande poeta e drammaturgo verrà ritenuto essere il terzo degli otto figli di John Shakespeare. Venuto improvvisamente dal nulla, senza luogo né data di nascita (sappiamo quando è nato Shakespeare solo perché ce lo ha detto lui), ed impostosi prepotentemente, soprattutto a Londra, alla ribalta quale drammaturgo ed attore, genera presto curiosità e scalpore, che lo inducono ad irrobustire la sua seconda identità, per non essere scoperto dai suoi persecutori.
Si sa che William Shakespeare frequentasse a Londra un Club. In quel Club, però, non risulta registrato fra i soci, mentre, invece, vi risulta registrato Michelangelo Florio. È noto che la povera biografia di Shakespeare, raffrontata alla cospicuità della sua opera teatrale, è stata la causa per cui molti studiosi sono arrivati a negare la sua esistenza ritenendolo un prestanome di personaggi più famosi. Della sua vita non solo non sappiamo niente, ma quello che sappiamo è stato alterato sempre più dagli abbellimenti leggendari che, di volta in volta, sono stati costruiti sulla sua figura. Un Florio Giovanni (Londra 1553 - 1625), umanista inglese di padre italiano ed autore di un dizionario inglese-italiano, fu certamente conosciuto da Shakespeare, che dimostra chiaramente, nelle sue opere, di aver letto le raccolte di dialoghi First Fruits (1578) e Second Fruits (1591) di Giovanni Florio. La differenza di età tra questi due personaggi esclude, comunque, che si potesse trattare di padre e figlio.

Questa storia è molto interessante perché sembra dare finalmente risposta a tutte quelle domande a cui la biografia ufficiale di Shakespeare non dà risposta: come faceva il figlio di un guantaio, come dice la storia ufficiale, a possedere l'immensa cultura che Shakespeare dimostrò nelle materie classiche? Come poteva, un poeta inglese, e per di più a quei tempi, descrivere fedelmente luoghi, paesaggi e persone italiane, così come li ritroviamo in ben 15 delle 37 opere del sommo William? E perché la biblioteca non è mai stata messa a disposizione dei biografi?
C'è motivo di credere che Shakespeare facesse una prima stesura delle sue opere in lingua italiana e che solo in un secondo momento venissero tradotte in inglese. Però si potrà accertare solo quando sua la biblioteca sarà resa pubblica

Queste sono solo alcune delle domande a cui la storia ufficiale non riesce a dare risposta...

Fonti principali: Gran Mirci Messina, Il vero