LA SPERANZA HA DUE BELLISSIMI FIGLI: LO SDEGNO E IL CORAGGIO.
LO SDEGNO PER LE COSE COME SONO, IL CORAGGIO PER CAMBIARLE. (AGOSTINO DI IPPONA)
LO SDEGNO PER LE COSE COME SONO, IL CORAGGIO PER CAMBIARLE. (AGOSTINO DI IPPONA)
Le cose non accennano a migliorare: la Riforma Gelmini, con la l. 133/2008, di sicuro non nasce da uno studio dell’esistente bensì dalla mera esigenza di tagli che cadono come una mannaia sul sistema scolastico ed universitario.
Si può intravedere un progetto educativo e formativo in tutto questo? A prima vista no, ma andando un po’ più a fondo, sì: far in modo che le porte dell’università si aprano solo per i più abbienti.
Si sta giocando in maniera sconsiderata con il nostro futuro e con il futuro della società stessa!
Il ministro Gelmini e i suoi consiglieri non si rendono conto che riducendo i finanziamenti pubblici e aumentando i costi a carico degli studenti non ottengono automaticamente il miglioramento della qualità della formazione universitaria, in quanto con i loro “interventi” non viene toccato nessuno dei punti di sofferenza del sistema universitario, ma ottengono solo di renderlo asfittico.
Nel momento in cui non tutti possono accedere a tutti i gradi dell’istruzione in Italia perdiamo un’altra importante fetta di democrazia!
Perché gli autori della cosiddetta riforma Gelmini non si confrontano, prima di decidere, con chi vive i problemi in prima persona e quindi può meglio individuare le soluzioni? Invece preferiscono mandarci la polizia in tenuta antisommossa.
In questa situazione di emergenza è diritto-dovere di chi lavora e studia nell’università non solo protestare, ma anche fare delle proposte che mirino ad elevare la qualità della formazione universitaria, sanando anche gli sprechi e le disfunzioni che innegabilmente esistono. L’università ne è certamente capace anche se non diventa una fondazione.
Perché lo Stato si scaglia sempre sul più debole, in questo caso la scuola e l’università, invece di agire sugli sprechi in atto in altri settori, in cui i tagli più che dovuti potrebbero fare solo del bene all’economia e alla società? E’ evidente: lì agiscono poteri ben più forti dove gli interessi dei singoli prevalgono sul benessere della collettività. Ci si riferisce ad esempio ad enti come le Province, gli enti di bonifica e in generale ai finanziamenti pubblici clientelari...
Scarica da qui il Manifesto anti Gelmini in formato pdf
Si può intravedere un progetto educativo e formativo in tutto questo? A prima vista no, ma andando un po’ più a fondo, sì: far in modo che le porte dell’università si aprano solo per i più abbienti.
Il ministro Gelmini e i suoi consiglieri non si rendono conto che riducendo i finanziamenti pubblici e aumentando i costi a carico degli studenti non ottengono automaticamente il miglioramento della qualità della formazione universitaria, in quanto con i loro “interventi” non viene toccato nessuno dei punti di sofferenza del sistema universitario, ma ottengono solo di renderlo asfittico.
Nel momento in cui non tutti possono accedere a tutti i gradi dell’istruzione in Italia perdiamo un’altra importante fetta di democrazia!
Perché gli autori della cosiddetta riforma Gelmini non si confrontano, prima di decidere, con chi vive i problemi in prima persona e quindi può meglio individuare le soluzioni? Invece preferiscono mandarci la polizia in tenuta antisommossa.
In questa situazione di emergenza è diritto-dovere di chi lavora e studia nell’università non solo protestare, ma anche fare delle proposte che mirino ad elevare la qualità della formazione universitaria, sanando anche gli sprechi e le disfunzioni che innegabilmente esistono. L’università ne è certamente capace anche se non diventa una fondazione.
Perché lo Stato si scaglia sempre sul più debole, in questo caso la scuola e l’università, invece di agire sugli sprechi in atto in altri settori, in cui i tagli più che dovuti potrebbero fare solo del bene all’economia e alla società? E’ evidente: lì agiscono poteri ben più forti dove gli interessi dei singoli prevalgono sul benessere della collettività. Ci si riferisce ad esempio ad enti come le Province, gli enti di bonifica e in generale ai finanziamenti pubblici clientelari...
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