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lunedì 20 aprile 2009

Filo-israeliano o filo-palestinese?


Paolo Barnard circa la questione palestinese

Gli Ebrei sono il popolo vittima per eccellenza. Nel corso della storia questo popolo ha subito innumerevoli ingiustizie fino ad arrivare all'olocausto del XX secolo. Per un lunghissimo periodo, dalla distruzione del tempio di Salomone per mano dei Romani fino agli anni immediatamente successivi al secondo grande conflitto, quando è incominciato il fenomeno del Sionismo in una delle tante terre nullius, la Palestina, è stato riconosciuto da tutti come il popolo scarognato che, rimasto senza terra, si è sparpagliato su tutto il globo senza però mai confondersi con le altre genti, mantenendo così la propria identità.
Adesso però i tempi sono cambiati e anche se ormai almeno da 60 anni gli Ebrei non sono più le vittime dell'umanità, sono ancora molto affezionati a questo ruolo che ora spetta ad altri e se ne servono come una maschera per cercare di nascondere agli occhi del mondo la vera e propria politica di sterminio più volte documentata nei confronti di quel "non-popolo" che occupa la loro terra: i Palestinesi.
Che possa capitare ai singoli individui era risaputo: chi, per un certo periodo della sua vita è stato vittima di soprusi, tenderà a trasmettere tutto il male ricevuto agli altri che gli stanno intorno, soprattutto a chi è più debole. Ma che questo potesse essere un fenomeno collettivo valido anche per un intero popolo, la cosa non può che impressionare.
Certamente se andiamo ad esaminare la storia, la cultura e tutto quello che riguarda questo popolo, notiamo subito che ci sono tutti i presupposti necessari a rendere gli ebrei razzisti. Io non sono uno storico e le mie conoscenze sono alquanto limitate, ma non credo di sbagliare nell'individuare uno di questi presupposti fondamentali addirittura nella bibbia: gli ebrei sono il popolo eletto da Dio. Queste parole che cosa significano? Possono certamente essere interpretate in malo modo... È il caso di ricordare che tutta la propaganda del nazi-fascismo sulla razza ariana superiore si fondava su basi e teorie molto meno autorevoli o addirittura del tutto inventate.
Poi il fatto molto singolare che loro, a differenza di tutti gli altri popoli, pur trovandosi a stretto contatto per migliaia di anni con altre culture in chissà quanti posti diversi della terra, non si sono mai integrati, è sicuramente positivo in quanto dimostra quanto tengano alla loro cultura, alle loro usanze e alle loro identità, ma, portato all'estremo, ha insito un germe malvagio che, soprattutto nei tempi oscuri in cui oggi l'umanità sembra essere piombata, rende più difficile o addirittura impossibile quello che in realtà dovrebbe avvenire nel caso in cui due popoli si trovino ad occupare la stessa terra proprio come gli israeliani e i palestinesi: una loro fusione preparata da una lunga convivenza. Invece oggi ci troviamo di fronte alla situazione opposta in cui gli israeliani, ritenendosi superiori, nel migliore dei casi trattano il vicino palestinese alla stregua di una bestia. Non vorrei che adesso cominciassero a fare proprie le ragioni dei nazisti...

domenica 12 aprile 2009

Padova, 7 giugno 1984

video su Facebook

Enrico Berlinguer è stimato a livello mondiale. Un uomo onesto che ha saputo guidare un partito per 12 anni insegnando ai suoi compagni cosa veramente doveva essere la politica. Si è distaccato dal comunismo cubano e sovietico costruendo il modello socialista applicabile in Italia che purtroppo non ha potuto attuare per la sua morte precoce. Voleva fare il compromesso storico insieme ad Aldo Moro ma poi sono morti tutti e due, prima Moro ucciso dalle BR su probabile richiesta degli USA e poi Berlinguer che mentre ad un comizio a Padova si apprestava a pronunciare la frase "Compagni, lavorate tutti, casa per casa, strada per strada, azienda per azienda" venne colpito da un ictus. Evidentemente provato dal malore, continuò il discorso fino alla fine, nonostante anche la folla, dopo i cori di sostegno, urlasse "basta, Enrico!". Le persone che lo stavano ascoltando lo trasportarono in albergo dove si addormentò sul letto della sua stanza, entrando subito in coma. Morì dopo qualche giorno...

Benigni riguardo a quest uomo disse: "Il dono breve e discreto che il cielo aveva dato a Berlinguer era di unire parole ad uomini, ora la sua voce è sparita e se è vero, come dice il poeta, che la vita si spegne in un falò di astri in amore, in questi giorni è bruciato il firmamento". Come scrisse Biagi, è stato uno dei pochi politici italiani a mantenere sempre la parola data.

Testo del discorso:
Comunismo e democrazia

Ancora una volta si è dimostrato che non è possibile in Italia salvaguardare le istituzioni democratiche se si escludono i comunisti e questo non perché esista il così detto potere di veto, di cui va cianciando qualcuno, del partito comunista verso i governi e verso i provvedimenti che non gli sono graditi. Ma per una ragione più profonda: il partito comunista ha assunto e difeso una funzione di garante democratico. Chi voglia escludere il partito comunista, chi voglia governare contro questo partito che rappresenta da solo un terzo dell’elettorato, ma anche la parte maggiore della popolazione attiva, lavoratrice, impegnata, giovane, porta dei risultati: il dissesto e il caos che in queste ore sono sotto gli occhi di tutti. È questo il motivo principale per cui noi riteniamo di poter chiedere con tranquilla coscienza il voto anche ai militanti e agli elettori del partito socialista, anche ai cattolici democratici, a una parte grande degli stessi democristiani e a quanti sentono che siamo arrivati ad un momento in cui tornano in gioco le questioni essenziali della libertà e della democrazia.

Le battaglie dei comunisti italiani

I comunisti hanno dimostrato anche negli ultimi mesi di sapersi battere per garantire la libertà e i diritti democratici non solo per se stessi in quanto opposizione, ma per tutti: anche per chi non è comunista, anche per chi è avversario dei comunisti. Vorrei rivolgermi a voi cittadini di Padova con qualche parola su di voi e sulla vostra vita. Negli anni scorsi si è molto parlato di Padova in Italia per le tormentate vicende che essa ha vissuto in conseguenza della concentrazione di forze terroristiche che qui si sono formate e per la lotta ampia e tenace contro di esse condotta dalle forze vive della città. In questa lotta è stata decisiva l’alleanza tra i lavoratori e le forze della cultura e dell’università, decisivo è stato il ruolo dei comunisti padovani. Proprio quella grande lotta democratica contro l’eversione ha rivelato a Padova la presenza di grandi energie dinamiche, progressiste sia in campo laico che in campo cattolico. In primo luogo quella della tradizione universitaria laica e della libera ricerca: espressione nei secoli di un pensiero che non si piega ai dogmatismi e ai fanatismi. Qui a Padova nello studio che fu di Galileo e di altri grandi pensatori vi è una delle radici culturali che dà ragione della rigorosa azione svolta dalla interattualità e dall’università dell’antifascismo e della guerra di liberazione nazionale [...] In nome dei comunisti Eugenio Curiel e insieme a quelli di Silvio Trentin e di Egidio Meneghetti che sono un’emblematica testimonianza
[...]E c’è la Padova dei giovani. Nella vostra città ci sono 50.000 studenti universitari e decine di migliaia di studenti neri che si trovano spesso ad affrontare gravi e pesanti problemi: quelli dei servizi, della qualità dello studio, del funzionamento delle strutture scolastiche, della vita culturale e associativa e della liberazione dalla tossicodipendenza. Problemi che sono ben lungi dall’essere risolti e invece nel mondo giovanile vi sono immense energie e potenzialità. In esso è più che mai viva l’esigenza di prospettive, di cambiamenti, di un futuro per il quale valga la pena lavorare, studiare e lottare.

L'Italia dei valori e del rinnovamento da contrapporsi alla P2

Le lente forze del tradizionale notabilato democristiano non sono più capaci di offrire punti di riferimento, né di suscitare energie ripiegati come sono su se stessi, in particolare dopo la sconfitta subita in giugno dell’anno scorso dalla democrazia cristiana. Nel mondo cattolico però si sviluppano e si esprimono sensibilità e iniziative: si pensi al movimento unico nel suo genere del pastorale del lavoro come gruppi che operano per la pace che si manifestano in modo autonomo rispetto alla vecchia area democristiana. E bene a tutte queste forze della cultura, della scienza, del lavoro, del mondo giovanile e a quelle più vive e aperte della realtà cattolica i comunisti indicano la prospettiva di pace in Europa e nel mondo, di risanamento e trasformazione del nostro paese, di rinnovamento della politica e dell’organizzazione della società in una salda garanzia di democrazia e di libertà. Votando partito comunista italiano si contribuisce a portare in Europa un’Italia diversa da quella a cui l’hanno ridotta i partiti che l’hanno governata finora e che la governano tutt’ora. Contribuisce a portare in Europa non l’Italia della P2 ma l’Italia pulita, democratica… L’Italia dei lavoratori che hanno detto e dicono no al decreto sulla scala mobile. L’Italia della grande manifestazione a Roma del 24 marzo, l’Italia delle forze sane della produzione, della tecnica, della cultura, l’Italia delle donne che vogliono cambiare la società non solo per acquisire una parità dei diritti effettiva dell’accesso al lavoro, alle professioni, alle carriere, ma a fare parte nella società con le doti generali di cui esse sono le peculiari portatrici dopo secoli di oppressione e di emarginazione. Ed ora compagne e compagni vi invito ad impegnarvi tutti in questi pochi giorni che ci separano dal voto con lo slancio che sempre i comunisti hanno dimostrato nei momenti cruciali. Lavorate tutti casa per casa, azienda per azienda, strada per strada dialogando con i cittadini con la fiducia… Presentandoci per quello che siamo stati e siamo è possibile conquistare nuovi e più vasti consensi alle nostre liste, alla nostra causa che è la causa della pace, della libertà, del lavoro, del progresso della nostra civiltà.

giovedì 9 aprile 2009

Lo sciacallo dei voti

video su YouTube

Berlusconi ha sempre un tono molto rassicurante quando parla. La gente, quando torna a casa dal lavoro (quelli che ancora ce l'hanno) stremata, accende la televisione e lo sente parlare dei loro problemi con quel suo tono fiducioso, si sente rassicurata e così, un giorno dopo l'altro, l'Italia va avanti in questo sogno da cui si sveglierà forse solo quando la fame nostra e dei nostri figli ci farà scattare quella molla che abbiamo in testa e allora non vorremo più sentire ragioni. Dopotutto almeno il 90% degli italiani sa che i parlamentari pensano prima di tutto ai cazzi loro e poi forse a noi. Quindi se quel giorno arriverà è sicuro che il 90% dei disperati di tutta Italia se la prenderà con quelli che stanno in parlamento pieni di privilegi e con uno stipendio sempre più alto in barba alla gente che già oggi rischia di non poter mangiare tutti i giorni.

Credo che da qualche parte tutto questo sia già scritto...