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martedì 19 ottobre 2010

Charles Baudelaire ci spiega cosa fare nella vita

Charles Baudelaire
Ero proprio in vena di cambiamenti e dopo aver cambiato il template del blog qualche giorno fa, oggi ho deciso anche di rinominarlo da "IN VINO VERITAS" a "Ebbro è Bello". Ho aggiornato pure la descrizione del blog con un pensiero, che potete leggere subito sotto il titolo, ispirato da un testo di Charles Baudelaire probabilmente intitolato: "Bisogna essere sempre ubriachi".
Molti definiscono dannati Baudelaire e altri poeti come lui. Spesso però il loro essere dannati era puro e semplice esser vivi, talmente vivi da bruciare rapidamente nella piena consapevolezza della loro esistenza in un mondo dormiente, perennemente ripudiato fino all'estremo logoramento del corpo e della mente...

Charles Baudelaire :
Bisogna essere sempre ebbri. Tutto sta in questo: è l'unico problema. Per non sentire l'orribile fardello del tempo che rompe le vostre spalle e vi inclina verso la terra bisogna che vi ubriacate senza tregua.
Ma di che? Di vino, di poesia o di virtù, a piacer vostro. Ma ubriacatevi.
E se qualche volta sui gradini d'un palazzo, sull'erba verde d'un fossato, nella mesta solitudine della vostra camera, vi risvegliate con l'ubriachezza già diminuita o scomparsa, domandate al vento, all'onda, alla stella, all'uccello, all'orologio, a tutto ciò che fugge, a tutto ciò che geme, a tutto ciò che ruota, a tutto ciò che canta, a tutto ciò che parla, domandate che ora è; e il vento, l'onda, la stella, l'uccello, l'orologio vi risponderanno: è l'ora di ubriacarsi!
Per non essere gli schiavi martirizzati del tempo, ubriacatevi; ubriacatevi senza smettere! Di vino, di poesia o di virtù, a piacer vostro.

Testo originale in lingua francese:

par Charles Baudelaire :
Il faut toujours être ivre. Tout est là : c’est l’unique question. Pour ne pas sentir l’horrible fardeau du Temps qui brise vos épaules et vous penche vers la terre, il faut vous enivrer sans trêve.
Mais de quoi ? De vin, de poésie ou de vertu, à votre guise. Mais enivrez-vous.
Et si quelquefois, sur les marches d’un palais, sur l’herbe verte d’un fossé, dans la solitude morne de votre chambre, vous vous réveillez, l’ivresse déjà diminuée ou disparue,demandez au vent, à la vague, à l’étoile, à l’oiseau, à l’horloge, à tout ce qui fuit, à tout ce qui gémit, à tout ce qui roule, à tout ce qui chante, à tout ce qui parle, demandez quelle heure il est ; et le vent, la vague, l’étoile, l’oiseau, l’horloge, vous répondront : Il est l’heure de s’enivrer!
Pour n’être pas les esclaves martyrisés du Temps, enivrez-vous ; enivrez-vous sans cesse ! De vin, de poésie ou de vertu, à votre guise.

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