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giovedì 20 ottobre 2011

Il mondo finirà domani! Lo dice Harold Camping

Non è la prima volta che vi dico quanto sia vicina la fine del mondo! I liberi interpretatori dei testi sacri di ogni religione mai concepita dall'uomo, compresa ogni genere di eresia e succursale religiosa, stanno facendo a gara a chi sputa più date apocalittiche. C'è sia chi fa un po' più il cauto affermando che la fine del mondo è lontanissima, ovvero tra poco più di un anno, sia chi invece afferma che la fine del mondo è questione di ore, come un certo Harold Camping che ha fissato il giorno della fine al 21 ottobre del 2011. Questo signore, ingegnere di religione protestante ormai novantenne, già in passato ha affermato di aver eseguito complicati calcoli giungendo alla conclusione che la fine del mondo sarebbe dovuta avvenire il 6 settembre 1994. Forse però in quel caso si riferiva all'anno della prima elezione di Berlusconi che, pur essendo considerato un evento catastrofico, riguarda solo l'Italia e non tutto il mondo. Fu quindi costretto ad ammettere che evidentemente aveva fatto qualche errore di calcolo e si rimise al lavoro questa volta affermando che l'inizio del giudizio universale ci sarebbe stato il 21 maggio 2011, perché proprio in quel giorno erano trascorsi esattamente 7000 anni dal diluvio universale e che, siccome tale numero per un motivo o per un altro porta sfiga o forse piace tanto a Dio, allo scattare della mezzanotte del 21 maggio avrebbe dovuto avere inizio il giudizio universale per i cristiani nel mondo, mentre il resto della popolazione (di fedi non cristiane) sarebbe rimasta a patire sulla terra atroci sofferenze, convivendo con continui maremoti e distruttivi ed apocalittici terremoti. I seguaci del predicatore consapevoli che la fine del mondo stava per arrivare si prepararono all'evento apocalittico: in America si stamparono t shirts con la scritta "21 maggio 2011", si decorarono le automobili con le scritte "Il ritorno di Cristo: 21 maggio 2011", si inaugurarono siti web, si scrisse sui muri e tante altre cose, ma pare che non sia successo proprio niente.
Nonostante questo, Harold Egbert Camping, divenuto famoso come il profeta dell’Apocalisse, dopo aver toppato alla grande con la sue precedenti predizioni apocalittiche di cui era sicurissimo, tanto da mettersi a divulgare la notizia al mondo intero scrivendoci un libro sopra da vendere a tutti, non demorde e torna alla carica con una nuova predizione basata sulle sue solite interpretazioni dei numeri sfigati, valutando principalmente tre numeri importanti, 5, 10 e 17, che secondo i calcoli esprimerebbero: espiazione, completezza e paradiso. Il quadrato di tali cifre darebbe 722.500, che, sempre nell'ottica dei numeri sfigati, sono i giorni intercorrenti tra la morte di Cristo avvenuta nel primo aprile del 33 d.C. e l'Apocalisse. Alla luce di questa prova schiacciante la fine del mondo ci sarà proprio domani 21 ottobre 2011! Anche questa volta il profeta dei numeri è altrettanto sicurissimo sulla fine di domani, al punto tale da dover scrivere un altro libro da vendere a tutti i credenti, assicurando che questa volta, diversamente dal passato, la profezia è vera, fatta eccezione per gli eletti e i predestinati alla salvezza.
Perché non credergli?! Lui ci dice queste cose perché per noi è utilissimo sapere quando il mondo finirà, altrimenti non faremo in tempo a sbrigare tutte le pratiche burocratiche per l'assoluzione e la salvezza e anche se si è fatto i soldi con i suoi libri e la sua piccola stazione radio, che grazie a queste predizioni è riuscito ad espandere aprendo altre 150 sedi sparse in tutta l’America, bisogna tener presente che siccome la fine del mondo sarà domani, dobbiamo essere consapevoli che i soldi che questo signore si sta facendo grazie alla gente che è disposta a pagare per sapere quello che scrive, hanno solo un puro carattere simbolico di riconoscimento per la preziosa informazione che ci ha dato, dal momento che quando il mondo finirà nella data da lui predetta si presume che il denaro non avrà più alcun valore economico e lui non saprà cosa farsene, altrimenti è difficile parlare di cambiamento radicale tanto da essere considerato apocalittico.

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