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martedì 25 aprile 2017

Il 25 aprile liberiamoci anche dalle insulse polemiche

C'è bisogno di fare un po' di chiarezza storica sulla polemica che ha investito l'Anpi in questo 25 aprile.
Muḥammad Amīn al-Ḥusaynī fu il Gran Muftì di Gerusalemme che andò a Berlino a trovare Hitler il 28 novembre 1941. A detta dei britannici pare che quel Muftì fosse un nazionalista arabo palestinese, anticomunista, nemico di ogni progresso e di ogni idea che avesse a che fare con l'Illuminismo. Secondo i materiali in mano agli storici e pubblicati in Gran Bretagna, Ḥusaynī in quell'incontro disse al suo interlocutore che «gli arabi sono amici naturali della Germania perché hanno gli stessi nemici: e cioè gli inglesi, gli ebrei e i comunisti». Il suo fu un discorso da mercante che offre i suoi servizi al possibile potente alleato con la speranza di guadagnarci qualcosa dopo la “comune vittoria” che la festa di oggi ci ricorda non essere mai avvenuta. Armato dei suoi relativi buoni propositi di guerra, il Muftì propose la costituzione di una Legione araba che potesse affiancare gli eserciti del Reich. Effettivamente fu creato un reparto di musulmani a servizio del terzo Reich complice delle atrocità compiute dai nazisti...
Questi fatti storici, però, non implicano che il popolo palestinese debba essere estromesso dalla festa di Liberazione del 25 aprile, perché in base allo stesso ragionamento dovremmo essere estromessi anche noi italiani dalla nostra stessa festa, se si considera che di ebrei abbiamo contribuito a mandarne tanti nei campi di concentramento.
Così come bisogna distinguere italiani fascisti da non fascisti bisogna anche distinguere palestinesi antisemiti dai non antisemiti. Oggi la maggioranza del popolo palestinese è costituito politicamente per lo più da antisionisti. Antisionisti e antisemiti non sono la medesima cosa, infatti esistono in tutto il mondo moltissimi ebrei antisionisti, come ad esempio il nostro caro Moni Ovadia che di certo non è un terrorista nazista.
Per quanto riguarda il Partito Democratico, il fatto che abbia boicottato la manifestazione di festa organizzata dell'Anpi perché ha ancora il dente avvelenato dal referendum costituzionale del 4 dicembre, è solo una vergogna in più che quel miserabile partito oggi si appunterà sul petto. Niente di diverso da quello che ci ha abituati a vedere. Boicottare una delle associazioni cardine dell'Italia rinata dalle proprie ceneri è un'azione che si commenta da sola e mostra chiaramente la portata della deriva presa dal Pd saldamente guidato da Renzi.